Cap. 12. I Falsificazionisti - KARL RAYMUND POPPER
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Cap. 12. I Falsificazionisti - KARL RAYMUND POPPER
KARL RAYMUND POPPER
Altrimenti detto: Flipper
PREMESSA - Siete sospettosi? Siete fiduciosi? Vi piacciono gli imprevisti? Vi piace verificare con i vostri occhi ogni cosa? O preferite affidarvi invece all'esperienza? In ognuno di questi casi, il vostro filosofo è Karl Popper Ma chi è questo tipo che dice che la misurazione del quoziente intellettuale è una delle tante assurdità dei nostri tempi) e che questa faccenda farà perdere le prossime guerre agli Stati Uniti che scelgono i generali in base a questo criterio? (Einstein aveva un bassissimo quoziente intellettuale.) Chi è qucsto scienziato che è stato più demolitore che alleato Dell'unica vera e intoccabile diva del Novecento e cioè la scienza. Un tipo che ha detto che ogni nuova teoria scientifica è un ipotesi azzardata e va accettata solo fino a nuovo ordine e che dobbiamo sempre cercare di raggiungere la verità, anche se la verità non può mai essere raggiunta. Un tipo, insomma, che vale davvero la pena di leggere.
Karl Raymund Popper nasce nel 1902 a Vienna e muore a Londra novantadue anni dopo, nel 1994, lasciando che tutto il Novecento gli sfili davanti agli occhi: il "secolo meravigliosamente scemo e barbaramente intelligente", come lo ha definito qualcuno, con tutte le sue guerre, con tutti i suoi fanatismi, col cinema, con le sue suffragette, le prime automobili, le sue rivoluzioni, i frigoriferi, il rock, la bomba atomica, la
Gravido di riconoscenza da parte dei suoi ex amici, trascorre i suoi ultimi anni preparando conferenze e suonando al pianoforte Bach, in compagnia della sua artrite e della fedele segretaria Melitta (che ho conosciuto) che gli cura tutti gli appuntamenti. Scompare a 92 anni, solo perché si distrae un attimo, mentre è intento a cercare di falsificare la veridicità della morte.
Pensiero - È il Kant del ventesimo secolo, per molti il più grande filosofo del Novecento, un pensatore poliedrico che affronta la vita con leggerezza, come se fosse un gioco La 'Sua particolarità è data dal fatto che, nato come filosofo della scienza, Flipper è oggi molto più noto come filosofo della politica, grazie al fatto che la sua tesi più famosa, detta della "falsificabilità", può essere applicata sia alla scienza sia alla politica.
Tuttavia il pensiero di Popper non va diviso in due tronconi bensì in tre mondi. Per il filosofo viennese, infatti, l'essere umano vive nell'azione reciproca di tre mondi. L'Io è il punto di equilibrio di questa interazione che va dal fisico alla mente e dalla mente, attraverso le sue stesse opere, torna nel mondo fisico: il mondo 1 è il mondo fisico; il mondo 2 è quello dell'esperienza; il mondo 3 è quello della fantasia, delle idee, della creatività, da cui si è sviluppata la musica, la pizza, gli aerei e tutto ciò che è stato prodotto dall'attività umana; prodotti che peraltro appartengono anche al mondo 1 e al mondo 2 e vi sono strettamente correlati. Questo libro che state sfogliando, ad esempio, fa parte del mondo 1, ma voí che lo state leggendo, secondo Pop-
Popper, dunque, considera la vita dell'uomo come un rapporto continuo tra i tre mondi chi non deve mai venire interrotto nella sua circolarità, un processo che passa incessantemente da un mondo all'altro. E che viene interrotto solo quando non c'è libertà, quando qualcuno pretende di insegnare il modo di vivere e di pensare agli altri, sottraendoli alle loro possibili scelte e quindi in qualche modo interrompendo il cerchio.
Dopo questa necessaria premessa, si comprende meglio come Flipper possa passare con facilità da un argomento all'altro, posizionandosi tra i più lucidi critici del principio di verificazione dei neopositivisti o collocandosi nell'Olimpo della filosofia politica come teorico liberale della "società aperta" e dunque del "I may be wrong" che può essere tra-dotto come: "io posso anche aver torto e tu ragione, ma, facendo uno sforzo comune, cerchiamo entrambi di avvicinarci alla verità".
La grande curiosità e la voglia di comprendere ciò che lo circonda lo fanno inserire in un dibattito che prima di lui avevano affrontato Bacone e Hume, Kant, Bertrand Russell e i neopositivisti del Circolo di Vienna, ossia un gruppo di filosofi-scienziati guidati da Moritz Schlick e da Rudolf Carnap, con cui Popper entra in contatto e da cui poi si
Ma torniamo alle regole: secondo Popper un'asserzione può dirsi scientifica quando incrementar favorisce il procedere della conoscenza e questo incremento è possibile sola in presenza di asserzioni che possono essere modificate. In altre parole, ogni ipotesi che pretenda di avere il carattere della scientificità deve essere formulata in maniera tale che, una volta messa alla prova dell'esperienza, possa eventualmente risultare falsificata. Il che significa piuttosto curiosamente che una cosa, per poter essere considerata vera, deve potere essere dichiarata eventualmente falsa. Il cosiddetto “fallibilismo” o “falsificazionismo” di Popper si avvicina molto, dunque, al sapere socratico che, da Socrate a Kant, sostiene che la scienza non è sapere certo, mentre per Einstein il sapere della realtà è incerto. Tuttavia, secondo Popper, il compito della scienza è quello di andare avanti, alla ricerca di teorie sempre più verosimili: la teoria migliore è quella che appare più vicina alla verità. Non esistono tuttavia pregiudizi verso quello che non è scientifico; Pop-per afferma che quello che oggi è metafisico, domani,potrebbe diventare scientifico: ci deve essere libertà nella vita, come n politica, nella storia e nella vita di tutti i giorni, ed è ridicolo dire di qualcosa che non appartiene alla scienza, che non ha senso, come hanno fatto invece gli scienziati e come purtroppo hanno fatto anche i filosofi che hanno par-
Non esistono pretese leggi di progresso, insomma, perché la ricerca può anche regredire, esistono piuttosto dei criteri a cui è meglio attenersi: per esempio, bisogna scegliere una teoria in relazione ai progressi che essa ci fa fare verso la verità. Il metodo popperiano è una sorta di processo selettivo delle teorie scientifiche verso la verità, in una lotta concorrenziale che elimina quelle meno adatte. Einstein, nei dieci anni in cui lavorò alla teoria della relatività, creava e rigettava una teoria ogni tre minuti. E del resto gli scienziati cercano da sempre di dimostrare la falsità delle vecchie teorie per sostituirle con teorie migliori. Perché la scienza non è l'assimilazione di dati che entrano in noi attraverso occhi e orecchie, la scienza è composta di teorie che sono opera nostra. Noi esseri umani cerchiamo di strappare informazioni al mondo e queste in seguito diventano teorie; se noi non ci presentiamo con questo spirito fattivo, il mondo non ci dà informazioni. Praticando la scienza noi cerchiamo di tendere alla verità, perché la verità è il valore fondamentale a cui aspiriamo; ma la verità è che non potremo mai raggiungere la certezza, a questa dobbiamo rinunciare. Quello che possiamo fare è analizzare le nostre teorie e cercare continuamente di confutarle, modificandole.
Questo è il compito di noi umani: costruire teorie e poi smontarle. Quando non lo facciamo è perché o non siamo in grado di elaborarle o siamo presuntuosi, e dunque le difendiamo sciocamente,
Secondo Popper, oggi è possibile mettere in discussione dunque falsificare ogni ipotesi, sia politica sia scientifica e quindi oggi è finalmente possibile realizzare questa importante convergenza di filosofia politica e di filosofia della scienza.
Con questa profonda fiducia sul presente Popper ci congeda, lasciando però nel nostro cuore il dubbio che, come diceva il vecchio Einstein: "A volte si hanno le soluzioni giuste ma non è possibile applicarle, perché, a ben vedere, è il problema che è sbagliato". Del resto, se il mondo fosse razionale, da tempo gli uomini cavalcherebbero all'amazzone. E così invece non è.
Altrimenti detto: Flipper
PREMESSA - Siete sospettosi? Siete fiduciosi? Vi piacciono gli imprevisti? Vi piace verificare con i vostri occhi ogni cosa? O preferite affidarvi invece all'esperienza? In ognuno di questi casi, il vostro filosofo è Karl Popper Ma chi è questo tipo che dice che la misurazione del quoziente intellettuale è una delle tante assurdità dei nostri tempi) e che questa faccenda farà perdere le prossime guerre agli Stati Uniti che scelgono i generali in base a questo criterio? (Einstein aveva un bassissimo quoziente intellettuale.) Chi è qucsto scienziato che è stato più demolitore che alleato Dell'unica vera e intoccabile diva del Novecento e cioè la scienza. Un tipo che ha detto che ogni nuova teoria scientifica è un ipotesi azzardata e va accettata solo fino a nuovo ordine e che dobbiamo sempre cercare di raggiungere la verità, anche se la verità non può mai essere raggiunta. Un tipo, insomma, che vale davvero la pena di leggere.
Karl Raymund Popper nasce nel 1902 a Vienna e muore a Londra novantadue anni dopo, nel 1994, lasciando che tutto il Novecento gli sfili davanti agli occhi: il "secolo meravigliosamente scemo e barbaramente intelligente", come lo ha definito qualcuno, con tutte le sue guerre, con tutti i suoi fanatismi, col cinema, con le sue suffragette, le prime automobili, le sue rivoluzioni, i frigoriferi, il rock, la bomba atomica, la
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televisione, i dada-umpa, la conquista della Luna, gli hippies, il computer, gli yuppies e le pecore Dolly. La madre è una parente del celebre pianista e direttore d'orchestra Bruno Walter: il padre, un avvocato ebreo, coetaneo e ammiratore di Freud, operante nella stessa Vienna di Wittgenstein, che è poi la medesima di Karl Kraus, di Schönberg e di Mahler. Flipper si iscrive al liceo ma poi lo lascia prematuramente, impiegandosi come apprendista presso un artigiano del legno e il fatto che il suo primo maestro sia un ebanista che lavora in una bottega dove si studia il moto perpetuo, non è irrilevante per la formazione del futuro filosofo-scienziato. A diciotto anni, già maturo e sicuro di sé, diventa il resposabile di una clinica di consulenza per l'infanzia, di proprietà di Adler, l'allievo eretico di Freud: in pratica, un asilo nido. Nel 1925 viene ammesso come studente all'Istituto di Pedagogia di Vienna. Nel 1928 si laurea in Filosofia con lo psicologo Karl Buhler; nel 1929 ottiene l'abilitazione all'insegnamento di matematica e fisica nelle scuole secondarie e, a partire dal 1930, lavora come insegnante. In quegli anni entra in contatto col Circolo di Vienna di Carnap e Schlick, senza però mai entrare a far parte della loro cerchia (che, essendo un circolo, venne considerato particolarmente disdicevole), non partecipando dunque alle celebri riunioni del giovedì sera, dove metafisica e filosofia venivano puntualmente messe sotto torchio e vivisezionate. Costretto a lasciare l'Austria al momento della sua annessione alla Germania, ripara per un decennio in Nuova Zelanda e poi nel 1946 approda in Gran Bretagna, dove grazie all'interessamento di Friederich von Hayek, uno dei massimi esponenti del liberalismo (fiero oppositore delle tesi favorevoli allo stato sociale del premio Nobel John Maynard Keynes) che accusa il socialismo di essere stato indirettamente la radice del nazismo, assume la cittadinanza inglese e dal 1949 diventa professore di logica presso l'università di Londra. In quegli anni scrive e pubblica la maggior parte delle sue opere. Considerato tra í maggiori filosofi del Novecento,P. 353
viene insignito di varie onorificenze: nominato baronetto come i Beatles, nel 1965, diventa successivamente membro della Royal Society, della British Academy e infine "professore emerito" della London School of Economics. Inizialmente neopositivista, quindi neopositivista dissidente e infine acerrimo nemico del neopositivismo, si trasforma in colui che maggiormente contribuisce ad accelerarne la fine.Gravido di riconoscenza da parte dei suoi ex amici, trascorre i suoi ultimi anni preparando conferenze e suonando al pianoforte Bach, in compagnia della sua artrite e della fedele segretaria Melitta (che ho conosciuto) che gli cura tutti gli appuntamenti. Scompare a 92 anni, solo perché si distrae un attimo, mentre è intento a cercare di falsificare la veridicità della morte.
Pensiero - È il Kant del ventesimo secolo, per molti il più grande filosofo del Novecento, un pensatore poliedrico che affronta la vita con leggerezza, come se fosse un gioco La 'Sua particolarità è data dal fatto che, nato come filosofo della scienza, Flipper è oggi molto più noto come filosofo della politica, grazie al fatto che la sua tesi più famosa, detta della "falsificabilità", può essere applicata sia alla scienza sia alla politica.
Tuttavia il pensiero di Popper non va diviso in due tronconi bensì in tre mondi. Per il filosofo viennese, infatti, l'essere umano vive nell'azione reciproca di tre mondi. L'Io è il punto di equilibrio di questa interazione che va dal fisico alla mente e dalla mente, attraverso le sue stesse opere, torna nel mondo fisico: il mondo 1 è il mondo fisico; il mondo 2 è quello dell'esperienza; il mondo 3 è quello della fantasia, delle idee, della creatività, da cui si è sviluppata la musica, la pizza, gli aerei e tutto ciò che è stato prodotto dall'attività umana; prodotti che peraltro appartengono anche al mondo 1 e al mondo 2 e vi sono strettamente correlati. Questo libro che state sfogliando, ad esempio, fa parte del mondo 1, ma voí che lo state leggendo, secondo Pop-
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per, fate parte del mondo 2; mentre il contenuto e quello che provoca dentro di voi fa parte del mondo 3, che è intimamente connesso al linguaggio e ai racconti. Alcuni sostengono che il mondo 3 non esiste e che i contenuti dei libri non esistono o che comunque fanno parte del mondo 2; ma ciò è una sciocchezza, dice il filosofo: si pensi al nazismo e alle sue idee che hanno avuto un effetto paragonabile a un virus e hanno fatto impazzire il mondo 2 di un gran-de paese, al punto che il mondo 1 ne ha risentito drammaticamente. No, il mondo 3 è reale ed efficace, afferma Karl Raymund, e porta stavolta un esempio positivo, a sua conferma: le teorie mediche che hanno allungato la vita degli uomini.Popper, dunque, considera la vita dell'uomo come un rapporto continuo tra i tre mondi chi non deve mai venire interrotto nella sua circolarità, un processo che passa incessantemente da un mondo all'altro. E che viene interrotto solo quando non c'è libertà, quando qualcuno pretende di insegnare il modo di vivere e di pensare agli altri, sottraendoli alle loro possibili scelte e quindi in qualche modo interrompendo il cerchio.
Dopo questa necessaria premessa, si comprende meglio come Flipper possa passare con facilità da un argomento all'altro, posizionandosi tra i più lucidi critici del principio di verificazione dei neopositivisti o collocandosi nell'Olimpo della filosofia politica come teorico liberale della "società aperta" e dunque del "I may be wrong" che può essere tra-dotto come: "io posso anche aver torto e tu ragione, ma, facendo uno sforzo comune, cerchiamo entrambi di avvicinarci alla verità".
La grande curiosità e la voglia di comprendere ciò che lo circonda lo fanno inserire in un dibattito che prima di lui avevano affrontato Bacone e Hume, Kant, Bertrand Russell e i neopositivisti del Circolo di Vienna, ossia un gruppo di filosofi-scienziati guidati da Moritz Schlick e da Rudolf Carnap, con cui Popper entra in contatto e da cui poi si
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dissocierà, che proprio in quegli anni cercano di fissare delle regole univoche per definire il significato di un'asserzione scientifica. Quand'è che una proposizione può dirsi "scientifica"? Non è facile: una serie innumerevole di simpatici paranoici pullula sul nostro pianeta, asserendo d'aver scoperto questo o quello e di essere osteggiati dalle comunità scientifiche. Tuttavia, come si fa a distinguere un paranoico da un nuovo Newton? A parte la mela. A tutt'oggi sì contano circa cinquemila confutatori di Einstein e la lista è destinata ad aumentare. Sono state create riviste, con le teorie demenziali proposte da presunti scienziati, all'interno di apparentemente rispettabili comunità scientifiche.Ma torniamo alle regole: secondo Popper un'asserzione può dirsi scientifica quando incrementar favorisce il procedere della conoscenza e questo incremento è possibile sola in presenza di asserzioni che possono essere modificate. In altre parole, ogni ipotesi che pretenda di avere il carattere della scientificità deve essere formulata in maniera tale che, una volta messa alla prova dell'esperienza, possa eventualmente risultare falsificata. Il che significa piuttosto curiosamente che una cosa, per poter essere considerata vera, deve potere essere dichiarata eventualmente falsa. Il cosiddetto “fallibilismo” o “falsificazionismo” di Popper si avvicina molto, dunque, al sapere socratico che, da Socrate a Kant, sostiene che la scienza non è sapere certo, mentre per Einstein il sapere della realtà è incerto. Tuttavia, secondo Popper, il compito della scienza è quello di andare avanti, alla ricerca di teorie sempre più verosimili: la teoria migliore è quella che appare più vicina alla verità. Non esistono tuttavia pregiudizi verso quello che non è scientifico; Pop-per afferma che quello che oggi è metafisico, domani,potrebbe diventare scientifico: ci deve essere libertà nella vita, come n politica, nella storia e nella vita di tutti i giorni, ed è ridicolo dire di qualcosa che non appartiene alla scienza, che non ha senso, come hanno fatto invece gli scienziati e come purtroppo hanno fatto anche i filosofi che hanno par-
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lato spesso delle loro idee metafisiche come di una superscienza: queste sono invece teorie "prescientifiche", non controllabili scientificamente. Forse Kant ha creduto che noi esseri umani sapessimo più di quanto in realtà sappiamo. Del resto, anche la cosiddetta "teoria del big bang" con cui avrebbe avuto origine il mondo e che passa come una teoria scientifica è in realtà un'ipotesi metafisica, poiché non è accertabile e se fosse "proibito" parlare di meta-fisica non si potrebbe neppure accennarne.Non esistono pretese leggi di progresso, insomma, perché la ricerca può anche regredire, esistono piuttosto dei criteri a cui è meglio attenersi: per esempio, bisogna scegliere una teoria in relazione ai progressi che essa ci fa fare verso la verità. Il metodo popperiano è una sorta di processo selettivo delle teorie scientifiche verso la verità, in una lotta concorrenziale che elimina quelle meno adatte. Einstein, nei dieci anni in cui lavorò alla teoria della relatività, creava e rigettava una teoria ogni tre minuti. E del resto gli scienziati cercano da sempre di dimostrare la falsità delle vecchie teorie per sostituirle con teorie migliori. Perché la scienza non è l'assimilazione di dati che entrano in noi attraverso occhi e orecchie, la scienza è composta di teorie che sono opera nostra. Noi esseri umani cerchiamo di strappare informazioni al mondo e queste in seguito diventano teorie; se noi non ci presentiamo con questo spirito fattivo, il mondo non ci dà informazioni. Praticando la scienza noi cerchiamo di tendere alla verità, perché la verità è il valore fondamentale a cui aspiriamo; ma la verità è che non potremo mai raggiungere la certezza, a questa dobbiamo rinunciare. Quello che possiamo fare è analizzare le nostre teorie e cercare continuamente di confutarle, modificandole.
Questo è il compito di noi umani: costruire teorie e poi smontarle. Quando non lo facciamo è perché o non siamo in grado di elaborarle o siamo presuntuosi, e dunque le difendiamo sciocamente,
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Il contributo che Flipper dà alla filosofia politica risente naturalmente di questa impostazione scientifica. Per il filosofo anglo-viennese, che, non va dimenticato, esprime queste sue convinzioni in epoca nazista e dunque in pieno totalitarismo, la giusta forma di governo è quella della società “aperta" in cui vige la tolleranza, la circolazione delle idee, autonomia etica, la possibilità di criticà, secondo un modo che oggi definiamo di società liberale e che rispecchia da vicino quello delle democrazie occidentali attuali, fondate, in linea di massima, sul diritto di libertà; che prevede la proprietà privata dei mezzi di produzione, la libertà di iniziativa economica e la separazione dei poteri politici.Secondo Popper, oggi è possibile mettere in discussione dunque falsificare ogni ipotesi, sia politica sia scientifica e quindi oggi è finalmente possibile realizzare questa importante convergenza di filosofia politica e di filosofia della scienza.
Con questa profonda fiducia sul presente Popper ci congeda, lasciando però nel nostro cuore il dubbio che, come diceva il vecchio Einstein: "A volte si hanno le soluzioni giuste ma non è possibile applicarle, perché, a ben vedere, è il problema che è sbagliato". Del resto, se il mondo fosse razionale, da tempo gli uomini cavalcherebbero all'amazzone. E così invece non è.
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