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Messaggio Da Admin - AnnaGarofalo Gio Mag 01, 2008 2:22 pm

22. Noto infine che ciascuno dei moti, che sono provocati in quella parte del cervello che è immediatamente unita alla mente, , non porta ad essa se non una qualche sensazione. Perciò nulla poteva meglio escogitare in questo fenomeno di , che cioè il moto stesso provochi quella sensazione che - tra tutte quelle che può provocare - conduce con la  maggior forza e con la maggiore frequenza alla conservazione della salute di un uomo. L'esperienza poi prova che tali sono tutti i sensi immessi in noi dalla natura: quindi di certo in essi non si può trovare nulla, che non attesti la potenza e la bontà di Dio. Così, ad esempio, [88] quando i nervi che sono nel piede, vengono mossi violentemente ed oltre il consueto, quel loro moto che attraverso il midollo della spina dorsale tocca le parti più intime del cervello dà proprio lì un segnale alla mente perché avverta qualcosa, cioè un dolore, come se fosse nel piede, da cui la mente stessa viene spinta a rimuovere, per quanto è possibile, la causa che produce male al piede. In realtà, la natura dell'uomo avrebbe potuto essere così stabilita da Dio, che quello stesso movimento nel cervello indicasse alla mente qualsiasi altra cosa; ad esempio che avesse fatto sentire se stesso, in quanto è nel cervello, o in quanto è nel piede; o in qualche altro dei luoghi intermedi, o infine qualsiasi altro fenomeno; ma nessun'altra cosa avrebbe condotto ugualmente alla conservazione del corpo. Allo stesso modo quando abbiamo bisogno di una bevanda, da ciò nasce una qualche secchezza della gola che muove i suoi nervi, e ad opera di essi muove la parte più interna del cervello; e questo movimento fa sentire alla mente la sensazione della sete, perché in questa occasione niente è per noi più utile sapere di questo: abbiamo bisogno di bere per mantenere la nostra salute; e così per il resto. 23. Da tutto ciò è assolutamente manifesto che, nonostante l' immensa bontà di Dio, la natura dell'uomo, in quanto è composto di mente e di corpo, non può non essere qualche volta soggetta a sbagliare. Infatti se qualche causa non nel piede, ma in un'altra qualsiasi delle parti attraverso le quali i nervi dal piede giungono al cervello, o anche nello stesso cervello determina assolutamente lo stesso moto, che suole essere provocato dal piede malato, si sentirà il dolore come se fosse nel piede, ed il senso naturalmente sarà ingannato. Infatti, dal momento che lo stesso moto nel cervello non può se non portare sempre la stessa sensazione alla mente, e suole nascere molto più frequentemente dalla causa che colpisce il piede, piuttosto che da un'altra che si trovi in un'altra parte, è naturale [89] che faccia sempre sentire alla mente il dolore del piede, piuttosto che di un'altra parte. E se talvolta la secchezza della gola nasce non come suole dal fatto che il bere porti alla salute del corpo, ma nasca da una qualche causa contraria, come avviene in chi è idropico, di gran lunga è meglio che sbagli in tale circostanza piuttosto che se mi ingannasse sempre, quando il corpo è sano; e così per il resto 24. Questa considerazione giova moltissimo non solo al fine che io comprenda tutti gli errori ai quali è sottomessa la mia natura, ma anche perché li possa correggere o evitare facilmente. Infatti certo, sapendo che tutti i sensi riguardanti ciò che è attinente al bene materiale, indicano molto più frequentamente il vero che il falso, e poiché posso servirmi quasi sempre di molti di questi sensi per esaminare la stessa cosa, ed inoltre posso servirmi della memoria, che unisce le cose presenti con quelle che ho provato precedentemente, e dell'intelletto, che già ha esaminato tutte le cause di errore, non debbo più oltre temere che siano false quelle cose, che mi vengono presentate ogni giorno dai sensi. Addirittura, quegli iperbolici dubbi dei giorni precedenti sono degni di suscitare scoppi di risa. Soprattutto quel dubbio generale riguardante il sonno, che non distinguevo dalla veglia; ora infatti comprendo che vi è una grandissima differenza tra i due, in questo: che i sogni non sono mai congiunti dalla memoria a tutte le altre azioni della vita, come quelle azioni che accadono a chi è desto. Infatti è certo che se da sveglio mi apparisse qualcuno all'improvviso, e poi subito sparisse, come avviene nel sogno, in modo tale che evidentemente non vedessi né da dove sia venuto, né dove vada, giustamente lo giudicherei [90] uno spettro o un fantasma formatosi nel mio cervello, piuttosto che un vero uomo. Ma quando mi si presentano quelle cose che capisco distintamente donde, dove e quando mi capitano, ed unisco la loro percezione con tutto il resto della mia vita senza nessuna interruzione, sono assolutamente certo che non mi si presentano nel sogno, ma quando sono sveglio. Della loro verità non devo dubitare anche minimamente, se dopo che ho richiamato tutti i sensi, la memoria e l'intelletto per esaminarle, da nessuno di essi mi viene segnalato qualcosa che contrasti con gli altri. Dal fatto che Dio non è fallace, ne consegue assolutamente che in tali cose non m'inganno. Ma poiché la necessità di agire non sempre lascia il tempo di un esame tanto accurato, bisogna ammettere che la vita umana riguardo alle cose particolari spesso è esposta agli errori, e bisogna riconoscere la debolezza della nostra natura.
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