Cap. 3. P.E.A.C.E: Cinque fasi per affrontare i problemi secondo filosofia (I par.)
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Cap. 3. P.E.A.C.E: Cinque fasi per affrontare i problemi secondo filosofia (I par.)
«Vuoto è l'argomento del filosofo
che non dà sollievo all'umana sofferenza.»
— EPICURO —
«Il problema della filosofia è la consapevolezza del disordine nei nostri concetti, e lo si può risolvere conferendo loro ordine.»
- LUDWIG WTTTGENSTEIN -
che non dà sollievo all'umana sofferenza.»
— EPICURO —
«Il problema della filosofia è la consapevolezza del disordine nei nostri concetti, e lo si può risolvere conferendo loro ordine.»
- LUDWIG WTTTGENSTEIN -
La consulenza filosofica è più arte che scienza e si svolge secondo modalità particolari con ogni individuo. Così come la terapia psicologica si presenta in innumerevoli forme diverse, la consulenza filosofica ha perlomeno tante variazioni quanti sono i professionisti. Si può affrontare un problema in termini filosofici per proprio conto o con l'aiuto di un partner non professionista. La grande domanda suona: "Come?". Alcuni consulenti filosofici - in particolare Gerd Achenhach - sostengono a ragion veduta che non esiste un metodo generale che si possa spiegare o insegnare. D'altra parte, se non c'è un metodo generale per filosofeggiare come può essercene uno per la consulenza filosofica? Ciononostante, l'esperienza mi ha insegnato che molti casi si adattano efficacemente a un approccio in cinque fase chiamo procedimento PEACE. È un sistema.
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che dà buoni risultati, è facile da applicare e inoltre chiarisce ciò che differenzia la consulenza filosofica da altre forme di terapia della parola. Come si vedrà, gran parte dei problemi presentati in questo libro sono stati risolti mediante il procedimento PEACE, e può darsi che anche il tuo possa essere affrontato in questo modo. PEACE è un acronimo che sta per le cinque fasi che lo compongono: problema, emozione, analisi, contemplazione ed equilibrio. E l'acronimo è appropriato, dal momento che queste fasi sono la via più sicura per raggiungere una durevole pace interiore. Le prime due fasi contestualizzano la questione e gran parte delle persone le attraversano spontaneamente, nél senso che non hanno bisogno di nessuno che individui il problema insieme a loro o per loro, anche se a volte si tratta di una questione da rivisitare e mettere a punto. La loro reazione emozionale è immediata e chiara – nessuno ha bisogno di imparare per avvertire emozioni – sebbene possa essere anche elemento di ulteriore riflessione. Le due fasi successive sono un esame progressivo del problema e, se molte persone sono in grado di farlo da sole, può essere utile disporre di un partner o di una guida ai fini dell'esplorazione di nuovi territori. La terza fase porta al di là di moltissima psicologia e psichiatria e la quarta colloca decisamente la persona nella sfera filosofica. L'ultima fase incorpora, nell'esistenza della persona, ciò che ha appreso in ciascuna delle prime quattro fasi, dal momento che approcci unicamente intellettuali non hanno ricadute pratiche, a meno di non sapere come servirsene. Fornirò adesso una breve spiegazione di ciascuna fase per illustrare il funzionamento del metodo. Successivamente le illustrerò più particolareggiatamente e concludero con un semplice caso per dare modo al lettore di ve-P. 57
dere il procedimento in atto. Ciascun capitolo della Parte seconda descrive a sua volta almeno un caso secondo il procedimento PEACE. Chi affronti in termini filosofici una questione, deve innanzi tutto individuare il problema. Poniamo il caso che un tuo genitore sia morente, o che tu abbia subito una menomazione o che il tuo coniuge ti tradisca. Di solito ci rendiamo conto di avere un problema, e perlopiù noi disponiamo di un sistema di allarme interno che scatta quando abbiamo bisogno di aiuto o di risorse addizionali. A volte, specificare il problema è più complicato di quanto sembri, per cui questa fase può richiedere un certo lavoro qualora i parametri che si stanno impiegando non siano subito palesi. In secondo luogo, bisogna fare l'inventario delle emozioni suscitate dal problema. Si tratta di una resa dei conti interiore. È indispensabile esperire sinceramente le emozioni e incanalarle costruttivamente. Perlopiù psicologia e psichiatria non vanno al di là di questa fase ed è per questa ragione che i loro benefici sono limitati. Nel caso degli esempi di cui sopra, le emozioni sono probabilmente una combinazione di dolore, rabbia e tristezza, ma può capitare di dover compiere un certo lavoro per arrivare a questa conclusione. Durante la terza fase, analisi , la persona enumera e valuta le sue opzioni di soluzione del problema. Una soluzione ideale definirebbe sia gli aspetti esterni (il problema) sia quelli interni (le emozioni suscitate dal problema), ma non è detto detto che una soluzione ideale sia attuabile. Per continuare con un esempio, dare l'ordine di interrompere la somministrazione di ossigeno a tua madre morente Può essere per lei la soluzione migliore, ma anche la più ardua da prendere. La decisione può venire delegata ai medici, oppure a un fratello o sorella, sempre che tu
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non decida di continuare nello sforzo, senza speranza, di tenerla in vita: sono i vari percorsi che devi seguire nella tua mente alla ricerca del più adeguato. La quarta fase comporta un passo all'indietro per assicurarsi una prospettiva più ampia e i] contemplare [/i]contemplare l'intera situazione. Fino a questo punto hai proceduto a una compartimentazione delle fasi allo scopo di gestirle. Adesso però devi ricorrere a tutte le tue capacità mentali per integrarle. Anziché limitarti ai singoli alberi, devi esaminare la struttura della foresta. In altre parole, mirare a una visione filosofica unitaria della situazione nel suo complesso: il problema con cui sei alle prese, la tua razione emozionale a esso, e le opzioni prese in esame. A questo punto sei in grado di ponderare giudizi filosofici, sistemi e metodi per gestire la situazione nella sua interezza. Filosofie diverse offrono interpretazioni antitetiche della tua situazione, come pure prescrizioni divergenti per il "che fare" in merito – sempre che sia necessario. Nell'esempio della madre morente, è necessario che tu prenda in considerazione le tue idee circa la qualità della vita, le tue responsabilità nei confronti di altri, l'aspetto etico dell'interruzione di una vita e i pesi relativi dei valori in competizione. Devi addivenire, tramite contemplazione, a una posizione filosofica che sia insieme giustificabile per i suoi meriti e consonante con la tua natura.Infine, dopo aver articolato il problema, espresso le tue emozioni, analizzate le tue opzioni e preso in considerazione una posizione filosofica, raggiungi l'equilibrio. Comprendi cioè l'essenza del tuo problema e sei pronto a un'azione adeguata e giustificabile. Ti senti in stato di equilibrio, ma sei anche preparato agli inevitabili cambiamenti futuri. Così per esempio, se decidi di staccare il respiratore a tua madre morente, ti sentirai certo che è proprio ciò che tua madre avrebbe desiderato e che, sebbene
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il suo decesso ti procuri dolore, spetta alla tua responsabilità obbedire ai suoi desideri nel miglior modo possibile in una situazione difficile. Argomenti simili
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