Calcio e morale
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Calcio e morale
(...) Un giovane filosofo francese, Ollivier Pourriol nel suo libro Eloge du mauvais geste (Elogio del cattivo gesto,
Edizioni Nil) azzarda una tesi peregrina: le scorrettezze dei grandi
campioni di calcio altro non sono che l’affermazione della loro libertà e
del loro genio.
(...) Come giustificare questi comportamenti? A nessuno, tanto meno un
filosofo, interessa giustificare. Si tratta piuttosto di comprendere. Il
cattivo gesto, come un lapsus, fa affiorare un incosciente, manifesta ciò che è nascosto. È un momento di singolarità.
(...) Se la regola è un segno di civiltà, la disobbedienza resta un atto di libertà.
Fonte.
Edizioni Nil) azzarda una tesi peregrina: le scorrettezze dei grandi
campioni di calcio altro non sono che l’affermazione della loro libertà e
del loro genio.
(...) Come giustificare questi comportamenti? A nessuno, tanto meno un
filosofo, interessa giustificare. Si tratta piuttosto di comprendere. Il
cattivo gesto, come un lapsus, fa affiorare un incosciente, manifesta ciò che è nascosto. È un momento di singolarità.
(...) Se la regola è un segno di civiltà, la disobbedienza resta un atto di libertà.
Fonte.
Re: Calcio e morale
Il punto interrogativo alla fine di questa frase è d'obbligo. Non per altro che per potersi considerarsi almeno come minimamente "filosofica". Ma questa è solo un'altra opinione.Admin - AnnaGarofalo ha scritto:
(...) Se la regola è un segno di civiltà, la disobbedienza resta un atto di libertà.
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