Calo incidenti sul lavoro e spot governativi
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Calo incidenti sul lavoro e spot governativi
Il rapporto dell’Inail del 2010 dichiara in calo gli incidenti sul posto di lavoro lavorativi rispetto al 2009. E per fortuna c'è di più: finalmente gli incidenti mortali segnano il minimo storico dal Dopoguerra.
Tutti i settori lavorativi hanno fatto segnare una diminuzione dei decessi, salvo per la categoria dei trasporti, per le donne e per gli immigrati (escludendo gli oltre 3 milioni di lavoratori “invisibili”). Le categorie da sempre meno tutelate (Cartesio accumunava "i turchi e le donne" in senso negativo. Non era razzismo, ma la genuina percezione dei suoi tempi. Meno che mai avremmo scuse ora per usare lo stesso trattamento).
Ma il dato è comunque interessante in generale, tenendo conto che solo 10 anni fa gli infortuni superavano il milione di unità.
Che la legge 626 abbia funzionato? Che l'informazioni abbia convinto datori e i lavoratori a tutelarsi maggiormente, gli uni nel business, gli altri nella vita? Questi ultimi in particolare sono stati anche martellati lo scorso anno da uno spot governativo sulla sicurezza del lavoro sullo slogan: “Quando lavori pensa a chi ti ama e attende il tuo ritorno“. Che le istituzioni dialoghino con il demos a colpi di spot? Il cittadino-consumatore si informa e si governa a suon di proclami-spot? Dopo i referendum su acqua e nucleare e le amministrative prima, questo sistema di relazione tra governo (in genere) e cittadini si rivela o no fallimentare?
Non si può negare che la tv abbia ancora una forte potenzialità soprattutto riguardo ai tempi di lancio di un nuovo prodotto. Ma la rete, se richiede più tempo, crea più legame al prodotto Google o Facebook che sia, mentre sulla tv, a ottobre lo spot del gelato non te lo ricordi più. Essere sulla rete richiede più energia poiché richiede una presenza a 360 gradi: 24 ore su 24, sette giorni su sette, ma i ricavi sono esponenzialmente continui all'impegno profuso.
Questo il vantaggio per i Murdoch del web. Per gli utenti, si raggiunge un vantaggio, se è possibile, più consistente: la propria llibertà di accesso alle notizie, di costituirsi di una opinione propria e anche di esporre tale opinione. La ricchezza è il pluralismo, il pericolo è il monopolio di un blocco sull'altro in modo da avere un controllo globale sui contenuti. Cosa che cerca di fare Google. Il web è inifinitamente più vasto per potere essere arginato, ma attenzione se lo notizie provengono tutte da un solo canale, peggio se nascosto.
Lo spot è stato utile, ha celato le responsabilità dei datori di lavoro per la sicurezza sul lavoro? La questione è di lana caprina, poiché, al di là di qualsiasi pericolo per la libera opinione di ciascuno, l'esito migliore nel rapporto tra il web e l'opinione è la raggiunta conpevolezza nella propria autonomia e indipendenza. In altre parole, ognuno sa che può cercare da solo quello che è meglio per sé. Qualunque spot da oggi può fare un pò di meno di quello che faceva 15 anni fa...
Fonte. Sulla notizia dello spot e delle reazioni allo spot: “Quando lavori pensa a chi ti ama e attende il tuo ritorno“
Tutti i settori lavorativi hanno fatto segnare una diminuzione dei decessi, salvo per la categoria dei trasporti, per le donne e per gli immigrati (escludendo gli oltre 3 milioni di lavoratori “invisibili”). Le categorie da sempre meno tutelate (Cartesio accumunava "i turchi e le donne" in senso negativo. Non era razzismo, ma la genuina percezione dei suoi tempi. Meno che mai avremmo scuse ora per usare lo stesso trattamento).
Ma il dato è comunque interessante in generale, tenendo conto che solo 10 anni fa gli infortuni superavano il milione di unità.
Che la legge 626 abbia funzionato? Che l'informazioni abbia convinto datori e i lavoratori a tutelarsi maggiormente, gli uni nel business, gli altri nella vita? Questi ultimi in particolare sono stati anche martellati lo scorso anno da uno spot governativo sulla sicurezza del lavoro sullo slogan: “Quando lavori pensa a chi ti ama e attende il tuo ritorno“. Che le istituzioni dialoghino con il demos a colpi di spot? Il cittadino-consumatore si informa e si governa a suon di proclami-spot? Dopo i referendum su acqua e nucleare e le amministrative prima, questo sistema di relazione tra governo (in genere) e cittadini si rivela o no fallimentare?
Non si può negare che la tv abbia ancora una forte potenzialità soprattutto riguardo ai tempi di lancio di un nuovo prodotto. Ma la rete, se richiede più tempo, crea più legame al prodotto Google o Facebook che sia, mentre sulla tv, a ottobre lo spot del gelato non te lo ricordi più. Essere sulla rete richiede più energia poiché richiede una presenza a 360 gradi: 24 ore su 24, sette giorni su sette, ma i ricavi sono esponenzialmente continui all'impegno profuso.
Questo il vantaggio per i Murdoch del web. Per gli utenti, si raggiunge un vantaggio, se è possibile, più consistente: la propria llibertà di accesso alle notizie, di costituirsi di una opinione propria e anche di esporre tale opinione. La ricchezza è il pluralismo, il pericolo è il monopolio di un blocco sull'altro in modo da avere un controllo globale sui contenuti. Cosa che cerca di fare Google. Il web è inifinitamente più vasto per potere essere arginato, ma attenzione se lo notizie provengono tutte da un solo canale, peggio se nascosto.
Lo spot è stato utile, ha celato le responsabilità dei datori di lavoro per la sicurezza sul lavoro? La questione è di lana caprina, poiché, al di là di qualsiasi pericolo per la libera opinione di ciascuno, l'esito migliore nel rapporto tra il web e l'opinione è la raggiunta conpevolezza nella propria autonomia e indipendenza. In altre parole, ognuno sa che può cercare da solo quello che è meglio per sé. Qualunque spot da oggi può fare un pò di meno di quello che faceva 15 anni fa...
Fonte. Sulla notizia dello spot e delle reazioni allo spot: “Quando lavori pensa a chi ti ama e attende il tuo ritorno“
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