ll cigno nero
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ll cigno nero
"Ciò che qui chiameremo Cigno Nero, con la maiuscola, è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti. In primo luogo è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative, poiché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità. In secondo luogo ha un impatto enorme. In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa per renderlo spiegabile e prevedibile".
Con questa proposizione esordisce ilsaggio di divulgazione scientifica di Nassim Taleb.
Il concetto di cigno nero ha molto a che vedere con l'idea illuministica e positivistica di una molto occidentale onnipotenza della ragione umana. A partire da Bacone si affaccia sulla storia della filosofia il concetto di sapere e potere e di sapere come dominio sulla natura.
Oggi siamo figli di una natura che troppo spesso fa la voce grossa e ci ricorda, deridendoci, della sua reale potenza. Ma ai tempi dell'Autore del Novum Organon (di "risposta" a quello precedente di Aristotele) si assisteva a una temperie tale (sulla scorta dello stesso Stagirita) che fissare le regole del ragionamento bastasse per poter leggere quello che Galileo chiamava il Libro della natura.
Questa stessa espressione indicava implicitamente un parallellismo con il concetto di alfabetizzazione: una volta imparato a leggere il libro della natura ci si para davanti senza più misteri (a dispetto di quanto affermava Eraclito, dipingendoci una natura civettualmente, e quasi per vezzo, amante del nascondimento). E' un concetto molto affascinante quello dell'uguaglianza tra sapere e dominio della natura e potere in genere. Ha consentito il progresso scientifico fino a oggi e ancora lo continuerà.
In base a questa presunzione, attraverso il metodo empirico induttivo, basta osservare (l'osservazione scientifica che cataloga e registra simili per genere e distingue per specie già ai tempi di Aristotele) per infierire una regola generale.
Se compio una certa osservazione e catalogo un certo numero di cigni e trovo che siano tutti bianchi, posso dedurre che bianco non è una specie, ma fa parte del genere: tutti i cigni sono bianchi.
Se sapessi che qualunque volatile acquatico è di qualsiasi colore, tranne il cigno che è solo lui, solo bianco, vedendo un uccello bianco galleggiare su un lago, potrei dire che è un cigno senza fare ulteriori verifiche.
Non c'è problema in questo. Questo metodo di semplificazione, ci permette di compiere una affermazione sulla categoria "cigno" (appunto: bianco) senza dover né girare tutto il mondo per trovare ogni esemplare in natura per verificarne il colore né doversi arrendere al fatto di non potere dire nulla per non aver fatto questa ricerca né dover affermare con condizioni (in questo luogo, in questa data, in questa ora, ecc... tot numero di cigni sono bianchi).
Può sembrare questione di lana caprina, perché per semplicità stiamo parlando di pennuti, ma trattandosi di elementi matematici, è essenziale restringere le condizioni a una, non dovendo calcolare ogni volta rispetto a ogni funzione tutte le variabii del caso.
Supponiamo di voler decidere di enumerare classificare il cigno. Dobbiamo enumerare tutte le sue caratteristiche (peso, lunghezza complessiva, del becco, delle ali, ecc.). Esamineremo un certo numero di esemplari ma quale numero consente di potere fare una generalizzazione? A quale numero di cigni fermare la classificazione e affermare induttivamente qualcosa? Ne contiamo 10, poi 20, poi 30, ecc. Arriviamo ipoteticamente al 99 esimo cigno. Possiamo anche fermarci? Possiamo dire che tutti i cigni sono bianchi? E se il 100 esimo fosse quello nero (ciò che è realmente avvenuto nella storia della scienza e della filosofia)?
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